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A volte nei viaggi non conta tanto il quando ma il dove e nemmeno conta tanto la distanza percorsa, piuttosto verso dove.

2018, Settembre

Grazie all’ospitalità della mia amica Alessandra che vive lì da qualche anno, ho potuto visitare questo luogo tanto diverso sia da turista che da residente. 

Bisogna innanzitutto specificare che Hong Kong (il nome significa “porto profumato”) è in Cina ma non ne fa parte: è, come Macao, una regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese.

La prima impressione su Hong Kong? Sono sul set di Blade Runner.

 

Hong Kong, atmosfere da Blade Runner.

Hong Kong, atmosfere da Blade Runner.

Pioggia improvvisa, caldo umido, cielo sempre grigio, fumoso e difficile da scorgere perché visibile solo all’aperto attraverso lo spazio esiguo creato tra i palazzi, alti cinquanta piani e più, dalla presenza della strada sulla quale si sta camminando; dalle finestre di casa è impossibile vederlo a meno di non  “appiccicare” letteralmente la guancia alla finestra e guardare in alto; nemmeno la fortuna di avere un piccolo balcone assicura la possibilità di vederlo, troppi e troppo vicini i buildings.

Le case sono piccole, piccolissime. Tanta, tanta gente, ovunque, sempre.

Nel pieno dello shock iniziale ho pensato fosse un luogo ostile alla vita, ma la vita c’era eccome, dunque la curiosità assieme alla necessità di capire erano troppo forti e hanno portato alla riflessione anziché al rifiuto, di conseguenza gli occhi si sono aperti e il viaggio è davvero iniziato.

Spogliata dalle vestigia di Occidentale, ho cercato di osservare nella maniera più neutrale possibile questo per me Nuovo Mondo e Nuovo Modo. 

 

Chi sono gli abitanti di Hong Kong? Cinesi e Occidentali (Expat: espatriati e in carriera) accomunati dalla ricchezza. In questa città coloro che svolgono lavori “normali” (per noi, umili per loro) come commesso, cassiere, cameriere, sono tutti cinesi, nessun occidentale sano di mente rimarrebbe a Hong Kong per svolgere queste mansioni.

La percezione dell’esistenza di un enorme divario tra ricchi e poveri e dell’assenza della classe media è piuttosto evidente guardandosi intorno: palazzi-business vs negozietti… proprio cinesi; buildings altissimi e moderni vs impalcature di bambù come ponteggi… modernità e tradizione che non sembrano convivere, ma semplicemente condividere lo stesso spazio-tempo.

 

Oltre che nell’architettura, questo divario è percepibile anche nei comportamenti delle persone; emblematico l’episodio che sto per raccontare.

La Signora dei Cartoni

Considerate che Hong Kong si sviluppa su un territorio montuoso, per attraversarla ci sono diverse opzioni:

  • taxi: considerato un mezzo pubblico vero e proprio quindi affatto costoso;
  • metropolitana: corse frequenti e molto capillare, costo del biglietto dipendente dalla tratta percorsa, in generale economica;
  • l’escalator: una lunga scala mobile che evita la fatica delle scale e delle salite;
  • a piedi.
Hong Kong, escalator, Central Mid-Level

Hong Kong, escalator, Central Mid-Level

Proprio camminando mi sono imbattuta in una signora cinese molto anziana (poteva aver avuto 80 anni, ma contando che “sempre ne dimostrano meno”… chi può dirlo?) la quale cercava di spingere in salita, lungo una strada stretta, a senso unico in discesa, un carrello da carico pieno di cartoni da imballo piegati, un peso considerevole in generale, figuriamoci per lei.

Non conoscevo né lo scopo né la destinazione della signora, ma appena capito che DAVVERO nessuna auto si sarebbe fermata, in discesa, per lasciar passare la signora anziana con il suo carrello pesante, in salita, presi la decisione di fermare l’auto di passaggio in quel momento “piantandomi” in mezzo alla strada con braccio alzato in segno di “ALT”, afferrare quel carrello e spingerlo velocemente su per la strada.

La signora era visivamente disorientata ma sarebbe stato inutile spiegare, non avremmo mai potuto capirci: l’inglese lei non lo capiva e io il cinese manco a dirlo; a stento stava al mio passo ma non mollava il carrello anche se il sospetto di quale fosse il mio intento forse le era venuto. Ad un tratto la signora “ha frenato” davanti a una sorta di “punto di raccolta cartoni usati” e cioè un garage per auto con all’interno un signore cinese sui 30-40 anni, in canottiera seduto su una sedia di vimini che ascoltava la sua radiolina. Saluto la signora ancora sbigottita, e col fiatone, riprendo il mio cammino e chiedo ad Alessandra spiegazione, eccola: i poveri non hanno alcun tipo di assistenza, pertanto raccolgono in giro per la città (in gran parte dai rifiuti) cartoni usati per poi rivenderli a pochi centesimi. Non esiste Caritas et similia. Evidenzio che le auto private visibili a Hong Kong sono auto da milioni di euro (Lamborghini, Maserati et similia sì, questa volta), ma nessuno dei conducenti “vedeva” la signora anziana che, sostanzialmente, spingeva il carrello e tirava a campare.

Il giudizio stavolta fu inevitabile ma anche una parallela riflessione: a me basta così poco per provare astio e stizza per cose a ben vedere futili, invece la Signora dei Cartoni non solo non mostrava segni di rabbia, non dava proprio l’impressione di averne e così i commessi dei negozi, i camerieri, tutti coloro che fanno lavori “normali” e vivono in 5-7 persone in un bilocale, tanto che, si vocifera, preferiscano dormire nei luoghi di lavoro dove, spesso, c’è un retrobottega in modo da avere “un po’ di privacy”.

Mia conclusione: loro sono in grado di accettare, noi no; su questo lascio a ognuno la propria riflessione sui “perchè e i percome”, il proprio giudizio su migliore e peggiore.

 

Luoghi da visitare

 

Hong Kong, vista panoramica della baia dal Victoria Peek.

Hong Kong, vista panoramica della baia dal Victoria Peek.

 

Non si può dire che HK abbia puntato sul verde nella sua urbanizzazione, ma ha tutto perfettamente senso, la ricchezza è data dalla terra edificabile: i Cinesi che in Mainland China si sono arricchiti con il Boom hanno comprato terra a HK e hanno costruito palazzi vivendo poi sugli affitti stratosferici degli Expat, ed ecco lo sviluppo in verticale ovunque fosse possibile. Fuori dalla città è però pieno di percorsi di hiking dove è ancora possibile vedere un po’ di natura.

 

  • Victoria’s Peek: il picco più alto di Hong Kong da cui poter ammirare una splendida vista della baia. Il modo più veloce e caratteristico per raggiungere la vetta (a 554 m) è il Victoria’s Peek Tram.

 

 

  • Tai O, Lantau: un villaggio di pescatori, non so nemmeno come descriverlo. Tradizionale, particolare, igienicamente scorretto! Visitatelo perché ne vale la pena ma non toccate o mangiate niente!

 

  • Ladies Market, Mong Kok: detto anche “Fake Market” potrete trovare di tutto, anche griffato! Dopotutto, cosa non viene ormai prodotto in Cina? Dovrete contrattare SEMPRE, niente carte, qui solo CA$H! Lasciatevi uno spazietto in valigia per il rientro!

 

  • Nan Lian Garden, Diamand Hill: classico giardino cinese, molto ampio e rilassante nonostante sia situato in area urbana. È possibile partecipare al rito del the: potrete scegliere quelli da degustare o farvi consigliare, sono tutti antichi e pregiati, se non ricordo male per 2 the ci è voluto un pomeriggio! Si, per ognuno ci vuole acqua ad una certa temperatura e per assaporarlo è necessario “ripassarlo” più volte, anche 20! Difficile per noi essere estimatori tali da poter notare le diverse sfumature tra la decima e la diciassettesima infusione, ma sicuramente è un’esperienza piacevolissima e… divertente! Dopo due ore di sciacqui di the parte la “stupidera”! Vi consiglio vivamente di andare alla toilette PRIMA della cerimonia.

 

  • Monastero dei 10000 Buddha: in realtà i buddha sono qualche migliaio di più (12000 o 13000), il nome è dovuto al fatto che il numero 10000 è tradizionalmente usato in Cina per indicare un numero infinitamente grande. L’atmosfera di questo luogo è suggestiva: silenzio, rispetto e natura (occhio alle scimmie!). Il tragitto è tutto in salita ma nel percorrerlo sarete affiancati da statue buddhiste interessanti (non nascondo che il mio cervello ha immediatamente  associato alcune pose a Dhalsim di Street Figher).

 

Consigli utili pre-partenza

  • Informatevi sulle SIM Card turistiche, potrete così postare in diretta tutto ciò che di strano vedrete! Io ad esempio ho optato per La Hong Kong Tourist SIM Card, non spaventatevi per il costo! 1 HK $ equivale a circa 10 centesimi, in pratica vi basterà dividere il prezzo in HK $ per 10 e troverete il risultato in Euro.
  • Un altro consiglio pratico è munirsi delle Octopus Card: la tessera che vi aprirà le porta di Hong Kong! È una carta ricaricabile accettata ovunque: negozi, trasporti pubblici, supermercati, ristoranti… potrete ricaricarla facilmente in metro o presso negozi ed edicole, vi renderà tutto molto più semplice davvero! Senza dovervi preoccupare di cambiare valuta o usare la vostra carta di credito all’estero. A tal proposito, prima di partire contattate la vostra banca e chiedete che rendano possibili gli acquisti con la carta di credito che porterete con voi (vale anche per molte prepagate) per il tempo in cui soggiornerete a Hong Kong; se avete in programma di spostarvi anche a Macao o Cina segnalatelo, in questo modo le transazioni saranno autorizzate per il periodo della vostra permanenza, ma qualsiasi altra transazione al di fuori di tale periodo o fuori dai territori da voi indicati saranno bloccati o vi arriverà il classico alert.
  • Controllate il meteo, io sono stata sorpresa dal Tifone Mangkhut! In realtà e per fortuna non si può essere sorpresi da un Tifone a Hong Kong, basta collegarsi all’ente meteorologico locale e in diretta si può monitorare la traiettoria del tifone in arrivo. Inoltre per la città sono affissi avvisi con gli stati di allerta, ognuno dei quali indica l’avvicinarsi della tempesta e della possibilità di spostarsi o meno. Gli edifici sono “elastici” a sufficienza, quindi si preventivano “solo” finestre rotte, proprio per questo gli abitanti disegnano le finestre con degli asterischi di nastro adesivo: i vetri rotti non si spandono ovunque volando dappertutto come dei proiettili ma rimangono compatti anche se divelti e scheggiati.

Nutrivo dei dubbi riguardo al cibo ma devo dire che non solo non ho riscontrato alcun tipo di problema a livello di apparato digerente ma mi è anche molto piaciuto! Ho addirittura incontrato il mio dolce preferito ossia la “Sponge Cake”.

Vi ho incuriosito? Spero di si e in questo caso stay tuned, presto l’articolo sulla mia esperienza gastronomica a Hong Kong!

 

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