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Le mie origini pugliesi mi hanno sempre portato ad avere un forte bisogno di mare per sentirmi meglio e poter ristorare la mia mente. Poi tre anni fa ho scoperto la montagna, con il suo silenzio e i suoi panorami, e me ne sono innamorata.
Lo scorso anno, in questo stesso periodo, la stagione estiva era alle porte e con essa anche qualche libertà in più. Quale migliore occasione per oltrepassare il confine regionale e cambiare un po’ aria?

Solo chi mi conosce bene sa che sono una grande fan di Terence Hill, e quando è uscita la prima stagione delle serie televisiva “Un passo dal cielo” – nel lontano 2011 – l’ho seguita con grande interesse. È stato solo allora, anche se a distanza e dietro uno schermo, che ho conosciuto alcuni dei paesaggi del Trentino, tra le meravigliose Tre Cime di Lavaredo e il famoso lago di Braies – in questo la regia ha fatto un ottimo lavoro.

Da quel momento il cineturismo – vedere un film e avere voglia di partire – ha fatto la sua parte e il lago di Braies è diventato un perfetto set fotografico per coloro che ricercavano una location mozzafiato. Ma questo non mi ha scoraggiato – nonostante vivo meglio dove c’è pace – e ha prevalso la mia curiosità!
Così un sabato mattina di giugno, siamo partiti in direzione Parco Naturale di Fanes-Sennes-Braies.

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La famosa capanna del Lago di Braies

 

GIORNO 1

Da Milano abbiamo raggiunto il lago di Braies in circa 4 ore e mezza, e appena varcato il confine trentino il paesaggio circostante ci ha regalato le prime gioie del mattino.
Appena arrivati a destinazione abbiamo lasciato l’auto nel parcheggio in prossimità del lago, e con lo zaino in spalla abbiamo raggiunto il nostro punto di interesse, riconoscibile dalla rilevante presenza di persone e dai cartelli con il faccione sorridente di Terence.

Il viaggio ci ha rubato un po’ di tempo, quindi in mattinata abbiamo semplicemente percorso tutto il perimetro del lago, poco più di un’ora, per poi fermarci in un punto piano e consumare il nostro pranzo al sacco con vista.

 

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La vista sul lago

 

Nel frattempo le temperature stavano scendendo e quindi terminato il nostro momento di relax abbiamo proseguito sempre nella stessa direzione, e da un lato del lago abbiamo preso un sentiero che in circa mezz’ora ci ha portato in un punto davvero particolare, alla Malga Foresta, giusto in tempo per il dolce e una visita alle mucche di montagna. Il percorso continua anche oltre la Malga Foresta, dati i nuvoloni noi abbiamo percorso solo un breve pezzo, ma vale sicuramente la pena proseguire!

 

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Il percorso verso la Malga Foresta

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Alla Malga Foresta

 

Terminato il giro siamo tornati al punto di partenza e siamo rientrati verso quella che sarebbe stata la nostra base per il weekend. Ma prima abbiamo fatto sosta a San Candido, una località molto carina, per gustare uno spritz presso il Bar dell’Orso e comprare qualche prodotto gastronomico presso Il Maso dello Speck.

 

GIORNO 2

Il secondo e ultimo giorno – purtroppo – non avevamo un viaggio sulle spalle e quindi abbiamo optato per un itinerario un po’ più impegnativo all’interno del parco naturale Fanes-Sennes-Braies.
Abbiamo raggiunto l’Albergo Alpino Pederü, a 1548 m, dove abbiamo lasciato l’auto, ma prima di raggiungerlo abbiamo attraversato un pezzo del parco e siamo rimasti affascinati dal paesaggio naturale circostante; è sicuramente un percorso molto affascinante da fare anche a piedi o in bici partendo dalla località S. Vigilio.

 

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La mappa dei sentieri del parco

 

Lì abbiamo consultato la mappa e scelto il percorso che ci avrebbero portato a 2126 m al rifugio Ücia de Sennes in un paio d’ore. Vi avviso: la prima parte del percorso, una buona mezz’ora, prevede una salita piuttosto ripida, e più volte mi sono chiesta “di chi è stata questa meravigliosa idea?“. Poi però passa, come sempre, e il paesaggio diventa per un tratto fiabesco, sembrava di essere in un qualche film del Signore degli Anelli; e più in alto ancora il panorama non vede più limiti.

 

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Il panorama dopo la prima salita

 

In lontananza abbiamo visto il rifugio e ci si è mozzato il fiato tanto era bello quello che avevamo intorno: la pace, qualche raggio di sole e qualche minuto dopo anche Cesare Cremonini… Ebbene si, una volta raggiunto il nostro tavolo per consumare il pranzo, ce lo siamo ritrovato seduto a fianco! Con tutti i posti possibili, lui era proprio lì, a 2126 m, doppia emozione per chi come me è grande fan e l’ultima volta era solo un omino lontano sul palco del forum di Assago.

 

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Ücia de Sennes da lontano

Che dire, nonostante le temperature, il pranzo ci ha soddisfatto pienamente: tagliatelle al ragù di cervo per me, canederli allo speck con burro fuso per il mio compagno di gita, e come dolce il Kaiserschmarren (omelette spezzettata con uvetta e marmellata di mirtilli) una roba pazzesca! È stato a questo punto del pasto che il famoso artista al tavolo di fianco ci ha guardati sorpresi 😎 La porzione era abbondante e l’aspetto davvero goloso!

Una volta recuperate le energie – anche troppe – ci siamo ricoperti di tutti gli strati a nostra disposizione e abbiamo percorso al contrario l’itinerario di andata fino a raggiungere nuovamente l’Albergo Alpino Pederü e la nostra auto.

 

DOVE DORMIRE

Abbiamo alloggiato presso l’Hotel Markushof nella località Valdaora, non lontana da Brunico, e siamo rimasti piacevolmente soddisfatti, soprattutto perché circondati dalla natura. Dato il periodo l’attenzione verso le norme igienico-sanitarie è stata impeccabile e abbiamo trovato il personale d’accoglienza estremamente cortese. Le camere oltre ad essere pulite, erano spaziose e in pieno stile baita di montagna.
Qui stesso abbiamo consumato la cena a cavallo tra il sabato e la domenica. Una cena particolare, un menù anni ’80 ma comunque legato alla tradizione del luogo. Ci è piaciuto!

Suggerisco sinceramente un weekend lungo – su due giorni il viaggio si è fatto sentire – in questa zona perché anche se in parte turistica è davvero magica, soprattutto per gli amanti della natura.

Tutte le volte che inizio un sentiero in salita passo la prima mezz’ora a dirmi “ma chi me lo ha fatto fare” (perché attenzione, l’allenamento fisico quotidiano c’entra ben poco con quello che poi si rivela utile per fare hiking); quando però arrivo in cima, tutto si trasforma in “questo è il posto più bello che abbia mai visto!”, e qui è successo davvero.

Adoro il mare, ma tornata dal Trentino ho iniziato a mettere in discussione il luogo in cui trascorrerò la mia pensione (sì lo so, prima devo arrivarci).

 

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