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A volte nei viaggi non conta tanto il quando ma il dove e nemmeno conta tanto la distanza percorsa, piuttosto verso dove.

2018, Settembre

Eccoci.

 

Edificio pubblico con bandiera nazionale e… altre bandire nazionali.

 

Lo sviluppo verticale qui non è estremizzato come a Hong Kong (vedi articolo precedente): le strade sono larghe, i palazzi molto alti però si vede il cielo quasi quanto da noi, ma è tutt’altro che simile perché la città è molto inquinata. Le strade ampie sono infatti molto trafficate ma popolate di veicoli elettrici di vario genere: auto di alta gamma, motorini di tutti i tipi compresi “trabiccoli” di fattorini e anziani, ma la cosa che più mi ha stupito è stato vedere moto di media cilindrata. L’obiettivo pare sia infatti migliorare la qualità dell’aria (Pechino è tra le 10 città più inquinate del mondo) grazie a un forte incentivo statale che mira a consentire la divulgazione di veicoli elettrice a sempre più fasce della popolazione.

Lo Stato, già… Qui non siamo più nella terra dei liberi:

 

Uno dei tanti pali della luce accessoriati.

 

Tutte le strade, tutti gli anfratti sono sorvegliate da più telecamere, non c’è un centimetro quadrato che non sia controllato e non solo questo, esiste un Ranking sociale che sostanzialmente determina la vita: è a seconda di chi si conosce e si frequenta che puoi accedere a un certo tipo di lavoro; se commetti un crimine sei semplicemente fuori dal giro (anche di testa direi! Esiste infatti la pena di morte, e per un gran numero di reati).

Inoltre ci sono accessi a internet controllati, i più famosi canali social sono vietati e inaccessibili, ma se si è stranieri o si viene da Hong Kong è possibile, nonché necessario oserei dire, scaricare una App VPN che aggira il sistema e vi consente l’accesso facendovi apparire “non lì”. 

Nota divertente: nonostante fosse improbabile nominare Winnie the Pooh, durante il volo Hong Kong – Pechino, la mia amica Alessandra frettolosamente e a bassa voce, si è raccomandata di non nominarlo MAI in Cina. Essendo tra le poche occidentali in uno spazio ristretto (l’aereo), ho registrato l’informazione evitando domande.

Una volta atterrate e passati i controlli, sulla scala mobile mi sono sentita libera di chiedere, seppur a voce controllata, il motivo di tale divieto; Alessandra alzando lo sguardo per indicare lo stuolo di telecamere che ancora non avevo notato mi ha risposto: “ehm…possiamo parlarne quando torniamo a casa?”. La spiegazione è giunta al rientro a Hong Kong: le autorità cinesi hanno bandito immagini e vietato di nominare Winnie the Pooh dopo che gli oppositori del regime avevano diffuso immagini raffiguranti la somiglianza tra Winnie e Xi Jinping. Per precauzione non pubblicherò immagine comparative in questa sede ma se volete curiosare… 😉

 

LA CITTA’ PROIBITA

Tappa d’obbligo a Pechino è la Città Proibita (a cui si accede da Piazza Tienanmen: il Palazzo Imperiale delle Dinastie Ming e Qing il cui accesso era consentito solo ai membri della Corte Imperiale e interdetto a tutti gli altri fino all’anno dell’apertura al pubblico nel 1949.

 

Piazza Tienammen.

 

Ingresso della della Citta Proibita.

 

Un complesso monumentale, una città nella città, un incredibile susseguirsi di palazzi con nomi tipo “palazzo della Suprema Armonia”, “Palazzo della Preservazione dell’Armonia”, “Palazzo dell’Armonia Centrale”, “… del Drago degli Imperatori”, “… della Purezza Celeste”, “… della Tranquillità Terrena”… e così via.

Ad ogni palazzo corrispondeva una funzione cerimoniale cui doveva prendere parte l’imperatore che, considerato divino, amministrava ogni anno, cioè definiva, le due unità di misura più importanti dell’epoca: il tempo (il calendario) e il peso (il valore a peso delle colture, ad esempio).

Strano, bello, immenso, affascinante in un primo momento, ma alla fine… noioso. Davvero non c’era alcuna differenza architettonica tra i Palazzi delle varie “Armonie Supreme”, tutto uguale, tutto color rosso e giallo, non oro, era tutto falso già all’epoca: si perché il legno, unico materiali davvero abbondante, veniva trattato in una maniera tale da farlo sembrare lucido e splendente.

 

Porta in legno rivestita “d’oro”.

 

Alcuni particolari però lasciano a bocca aperta, come ad esempio questo enorme masso di Giada lavorato minuziosamente e con dettagli incredibili:

 

Enorme masso di giada finemente intagliato con dettagli incredibili.

 

Ovunque scritte senz’altro evocative di Pace e Purezza, ma in realtà solo un messaggio mi ha raggiunto forte e chiaro: in Occidente Mito e Religione, riflessi poi nell’arte, vertono a proiettare l’essere umano verso qualcosa di superiore, divino o no, ma comunque di meglio.

In Cina questa tensione è totalmente assente: l’imperatore è tale perché divino, il contadino è e rimarrà contadino, il suo percorso è stabilito perché questo è l’ordine delle cose, l’ordine necessario e naturale delle cose. Questa conclusione porta di nuovo a una serena accettazione e non a un collettivo pessimismo come potremmo pensare.

Interno della Città Proibita.

 

Perché questo meccanismo si produce in Cina mentre mai si è prodotto, né mai si produrrà probabilmente, in Occidente? La differenza credo risieda nell’assenza della domanda: in Cina insegnano che così è sempre stato, è e deve essere, non c’è altro. Conseguenza ne è l’enorme spirito collettivo: architetture sempre tutte uguali, nello spazio e nel tempo, assenza di tensione verso qualcosa di superiore o migliore semplicemente perché non esiste e non è neppure necessario che esista.

A noi occidentali, al contrario, hanno insegnato che c’è altro, c’è di meglio, devi dare il massimo per raggiungerlo e se non credi che esista allora devi immaginarlo e crearlo. Conseguenza ne è un enorme spirito individualista: palazzi tutti diversi nello spazio e nel tempo; pensiamo ad esempio al Gotico: si volevano cattedrali sempre più belle e sempre più alte e dunque è nato questo stile, in Francia, ed è cresciuto in tutta Europa declinandosi per migliorarsi, per l’appunto. 

Se paragoniamo il nostro modus vivendi alla Cina, dove tutto è controllato e organizzato ma immobile, qui a Ovest sembra il Far West: instabili in un costante susseguirsi di domande e risposte.

Se penso a un occidentale che si addormenta a casa e si sveglia in Cina credo che si sentirebbe oppresso dalla collettività e scalpiterebbe per poter dar sfogo al suo individualismo, credo sia per questo che non ci siano molte comunità occidentali in Cina.

Immaginando invece un cinese che si sveglia in Europa credo si sentirebbe fortemente spaesato, vulnerabile (mancanza di collettività) e solo. Credo sia per far in modo che ogni singolo si senta protetto che le comunità cinesi in Europa sono molto chiuse.

I bagni pubblici invece sono molto aperti:

 

Bagno pubbico.

 

Le telecamere qui non ci sono, ma di certo nemmeno la privacy. Nessun controllo elettronico, solo il buon caro vecchio controllo sociale.

Nonostante tutto consiglio seriamente di visitare questa grande capitale per immergervi in una realtà che definirei opposta alla nostra, processo catartico che consente di vedersi sotto un altro aspetto, ma anche per un motivo molto più pratico, è un ottimo punto di partenza per visitare una delle Sette Meraviglie del Mondo: La Grande Muraglia Cinese.

Curiosi? Bene, ne scriverò presto e mi raccomando: mettetevi le scarpe più comode che avete quando leggerete il mio articolo sulla “Great Wall”. Di certo non si può partire senza rifocillarsi, quindi seguitemi per scoprire dove NON mangiare a Pechino 😉.

 

CONSIGLI UTILI PRE-PARTENZA

  • il più importante di tutti: portate SEMPRE con voi il Passaporto e i documenti. La città, come detto, è molto sicura, difficilmente sarete derubati ma se dovessero controllarvi senza riuscire a identificarvi… non lo so e non lo voglio sapere ma un giro in “questura” in Cina cercherei di evitarlo. Inoltre i biglietti di ingresso a molti luoghi di interesse, come la Città Proibita stessa, sono caricati direttamente sul Passaporto Elettronico, quindi vi servirà anche per questo tipo di attività;
  • scaricate un’App VPN per poter comunicare con il resto del mondo e vi consenta di collegarvi più o meno liberamente anche solo per tradurre qualcosa. Ricordate che l’inglese o qualsiasi altra lingua che non sia il cinese non vi servirà e che anche i gesti sono diversi, addirittura i numeri espressi con le dita delle mani;
  • come consigliato nell’articolo su Hong Kong, prima di partire contattate la vostra banca e chiedete che rendano possibili gli acquisti con la carta di credito che porterete con voi (vale anche per molte prepagate) per il tempo in cui soggiornerete a Pechino. Se avete in programma di spostarvi anche a Macao o Hong Kong segnalatelo, in questo modo le transazioni saranno autorizzate per il periodo della vostra permanenza, ma qualsiasi altra transazione al di fuori di tale periodo o fuori dai territori da voi indicati saranno bloccati o vi arriverà il classico alert.

Che ne dite, vi va un giro in Matrix? Dopo aver letto l’articolo pillola blu e “no grazie” o pillola rossa e subito biglietto aereo per la tana del Bianconiglio?

 

Scritte varie all’interno della Città Proibita. Non è dato sapere cosa ci sia scritto ma tra telecamere, fitti controlli e questa parete il collegamento con Matrix è stato immediato.

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