Top
Il primo sushi bar in Italia si è insediato a Milano nel 1977 nel quartiere Città Studi. 

Sto parlando proprio di lui: Poporoya e l’instancabile Shiro  – lo vedo che vi stanno brillando gli occhi!

Chi di voi ha provato il chirashi di Poporoya sa benissimo che non è mai cambiato negli anni, è sempre rimasto una certezza! Motivo per cui è un’istituzione a Milano e non puoi aver provato altri chirashi senza prima essere stato qui.

Ma che cos’è il chirashi, per coloro che ancora non lo conoscono: “è una delle preparazioni tradizionali della cucina giapponese, che utilizza gli stessi ingredienti del sushi, ma che viene presentato in modo differente, e non con il classico rotolo di riso. Con il chirashi, infatti, il riso viene servito in una ciotola insieme agli altri ingredienti, tra cui il pesce crudo, ma senza un ordine preciso“.

 

Insegna Poporoya © Angela L

 

Ci sono capitata di recente, da Poporoya, per prendere da asporto. Il dehor, a seguito della situazione attuale, si è ampliato e trovare un buco in cui sedersi non è più così impossibile. Ma tutto il resto è rimasto invariato, anche solo aspettare fuori dal locale il proprio sacchetto da portare via è un’esperienza: non ci si annoia!

Le super donne che servono i tavoli all’esterno sono sempre loro e le riconosci non tanto dalla divisa quanto dal loro tono di voce piuttosto alto. “Strillano” per qualsiasi cosa: quando il tuo vassoio è pronto, per chiederti se vuoi mangiare, per passarsi tra loro le ordinazioni; e lo fanno sempre allo stesso modo. 

Se per caso passate di qui potreste confondere il civico 17 di via Bartolomeo Eustachi con un mercato del pesce – beh, effettivamente la materia prima è la stessa – ma non vuole essere un’offesa, è secondo me la particolarità di questo posto, che intrattiene e spesso diverte.

All’interno il locale si presenta come un alimentari giapponese – come se ne abbia mai visto uno dal vivo – con pochi posti a sedere, compresi quelli al banco: ordini alla cassa, ti siedi, mangi, paghi e te ne vai. La norma – penserete voi – qui però accade tutto molto velocemente, ma senza far perdere l’esperienza al palato. 

Tornando però alla mia ultima visita di poche settimane fa, da amante della capasanta un piatto che vi suggerisco di provare, oltre al classicone, è il Puchi puchi maki, ovvero: un uramaki con capasanta, salmone e uova di pesce volante. Una vera delizia!

 

Chirashi d’asporto © Angela L

 

Invece, se volete un’esperienza più soft ma altrettanto valida, dall’altro lato della strada trovate il loro Ristorante Shiro Poporoya.

Ci siamo stati parecchio tempo fa, sia per curiosità sia perché dall’altra parte non c’era posto, e ad essere onesti il primo elemento che balza all’occhio guardando il menù è la differenza di prezzo rispetto al locale di fronte. Chiaramente il tutto avviene in una location molto curata, si ha la possibilità di pranzare o cenare con più calma e assaporando una varietà di piatti maggiore. Nonostante questo, in passato, aver pagato un chirashi il doppio rispetto all’alimentare ci aveva lasciati perplessi. Ma non escludo che di recente qualcosa possa essere variato, per la materia prima che offrono vale sempre la pena riprovarci.

Vi dirò, non sono una persona particolarmente abitudinaria sui ristoranti che provo, ma quando il cibo mi regala determinate emozioni difficilmente mi basta provare quell’esperienza una volta sola. E la cucina giapponese è questo per me. 

Come tanti, sono legata a questo posto per il suo gustoso chirashi, ma di ristoranti giapponesi, più o meno autentici, ne ho provati parecchi in questi anni – le mie tasche lo sanno bene 😅 – e Poporoya non ha mai perso posizioni.

Questa cucina è in grado di creare dei sapori che non mi stancano, e non escludo che un giorno io possa trasformarmi in un temaki!

Ma per il momento mi accontento di salutarvi con Uramaki di Mahmood alla radio.

 

post a comment