Gentleman Jack – Anne Lister e i suoi diari
(testo sigla della Serie tv “Gentleman Jack” – O’Hooley & Tidow)
Gentleman Jack è Anne Lister, una proprietaria terriera inglese di fine ‘700 che annotò in 27 diari la sua vita generando un totale di 7.720 pagine che nel 2011 entrarono a far parte del programma MEMORIA DEL MONDO dell’UNESCO.
Ho visto la serie (coproduzione BBC e HBO) e il film, ma vi scriverò del libro o, per meglio dire, di un libro, dato che la bibliografia scaturita dai suoi diari consta di un numero considerevole di pubblicazioni. Ho scelto “Caballero Jack – Los diarios de Anne Lister” (è sempre bene tenersi in esercizio!) che corrisponde a una selezione degli scritti di Anne che va dal 1816 al 1824, tradotta da Carmen Álvarez Hernández, e si riferisce al periodo più vitale di Anne dove sono descritte la sua vita privata e lavorativa.
CONTENUTO
Anne racconta le sue inquietudini interiori e le relazioni omosessuali che viveva apertamente in un’epoca tutt’altro che facile. Era una grande studiosa, appassionata alpinista e intraprendente business woman; infatti, pur trovandosi in un’epoca in cui le donne erano quasi del tutto estromesse dalle attività commerciali, Anne gestì attivamente la tenuta di famiglia (Shibden Hall) e addirittura fu in grado di aprire una miniera di carbone.
Nei suoi diari è riportato tutto questo: dagli affari più importanti ai rammendi del vestiario, dalle visite dal dentista ai suoi sentimenti.
Si evince molto della sua personalità: intelligente, attiva, determinata, conservatrice (simpatizzante del partito Tory). Considerava la sua omosessualità come, parole sue, “una particolarità che Dio le aveva conferito” e forte di questo pensiero non sentiva il peso del giudizio degli altri che, nonostante la morale dell’epoca non consentiva di esternare le sue relazioni in pubblico; tutti conoscevano il suo segreto (di Pulcinella) e nonostante questo la vedevano soltanto come una persona “stravagante”. I suoi interessi (sia di tipo maschile che femminile, dagli affari al giardinaggio per così dire), la sua capacità intellettuale (sopra la media considerando ambo i sessi), il suo comportamento cavalleresco e la sua forma di vestire mascolina, diremmo oggi alla garçon (rigorosamente total black), le valsero il soprannome di “Gentleman Jack”.
STILE
Proprio come dev’essere un diario personale: senza uno stile preciso.
A volte minuziosa di dettagli perché energica e proattiva, altre volte ermetica perché stanca e sfiduciata, ma anche un fiume in piena stile Ulysse di J. Joyce (senza punteggiatura, ma per fortuna nelle traduzioni c’è 😉) quando sentimenti come rabbia frustrazione la coglievano.
Leggendo i suoi scritti si percepisce infatti l’umore che Anne aveva nel momento in cui scriveva; alcuni giorni è piena di energia e racconta con entusiasmo la sua giornata fatta di lunghe camminate nella natura che le offrono: spunti per apportare migliorie alla tenuta, suggerimenti per progetti e visite di cortesia le cui “recensioni” nel suo diario sono importanti e molto sottili; ma anche pensieri e riflessioni riguardo la società del tempo e del luogo in cui viveva. Altri giorni invece è demotivata e nervosa, alcuni “paragrafi” (che sono in realtà giorni) si percepisce proprio che “oggi non mi va/non mi andava di fare un… tubo – a domani – ciao”. E come non darle ragione anche dal 2021? È stato bello leggere quelle sue “giornate no”, pensare “anche a me – a domani – ciao.” e chiudere il libro! Una sorta di contatto spazio-temporale, è stato come far parte della sua vita! Avete visto il film “Déjà vu – corsa contro il tempo”? Mi sentivo Denzel Washington: dal 2021 in contatto con Anne nel 1800!
Una parte stilisticamente importante dei suoi diari è il codice con cui molte parti sono state scritte per celare quelle più “scabrose”. Il codice è un misto di greco antico e algebra e circa un sesto dei suoi diari è scritto in questa “lingua”.
L’ODISSEA NEL TEMPO DEI DIARI DI ANNE
Come sono arrivati i suoi diari fino a noi? Una storia nella storia! L’odissea nel tempo dei diari di Anne è avvincente quanto la vita di Anne stessa, sono due soggetti collegati, anima e corpo, collegati ma dissolubili a causa dello scorrere del tempo; fortunatamente la sua “anima”, ovvero i suoi diari, è riuscita a non perdersi e arrivare a noi.
Dopo la morte di Anne (1840), John Lister, suo cugino, eredita Shibden Hall, trova i suoi diari di cui fu in grado di decifrare il codice insieme al suo amico antiquario Arthur Burrell. Quest’ultimo propose di distruggerli (a causa del loro contenuto), ma John si rifiutò e rimasero custoditi dietro un pannello a Shibden fino alla sua morte nel 1933 quando il municipio di Halifax divenne il proprietario della tenuta di Shibden e tutti i suoi documenti passarono sotto l’amministrazione locale.
Edward Green, bibliotecario del municipio, ottenne il permesso di accedere all’archivio e diede il compito alla figlia Muriel che, grazie all’aiuto di Arthur Burrel, sopravvissuto all’amico John, riuscì a compiere una prima catalogazione degli scritti di Anne. Seguirono vari tentativi di pubblicazione, ma fu solo nel 1958 che il Direttore dei Musei di Halifax permise alla storica Phyllis Ramsden e alla sua amica e collaboratrice Vivien Ingham di lavorare sui volumi con la condizione di non pubblicare nulla senza suo permesso.
Nel 1964 venne creato un nuovo archivio e le storiche chiesero di nuovo il permesso di pubblicare, ma lungaggini burocratiche hanno continuato a ritardare l’evento. Nel 1967 la legge dei Reati Sessuali depenalizzò gli atti omossessuali maschili e parre dare nuovo slancio alla pubblicazione, ma non fu così.
Successivamente, negli anni ’80 si migliorarono gli archivi e la consultazione dei documenti di Shibden Hall, e la studentessa Elena Whitbread trascrisse e decifrò i diari di Anne, da qui risultò la sua pubblicazione “I know my own heart” che proiettò gli scritti di Anne a un livello internazionale.
Seguirono altre vicende e pubblicazioni fino ad arrivare al 2011 quando l’UNESCO fece entrare i diari di Anne nel Programma memoria del mondo segnalando che questi testi costituiscono “una relazione esaustiva e dolorosamente onesta della vita di una donna omossessuale, una riflessione sulla sua naturalezza. Hanno determinato e continuano a determinare la direzione dello studio di Genere e la storia della donna nel Regno Unito“.
LE RELAZIONI CRUCIALI NELLA VITA DI ANNE
Eliza Raine: il primo amore di Anne, conosciuta alla Manor House School all’età di 13 anni, si separarono quando Anne, probabilmente espulsa dalla scuola per motivi di condotta, dovette far ritorno ad Halifax.
Isabella Norcliffe: chiamata da Anne “Tib” nei suoi diari. Le inclinazioni di Isabelle come quelle di Anne erano ben riconoscibili. Anne e Isabella ebbero una lunga relazione fatta di amicizia e intimità ma la relazione si interruppe quando Anne si innamorò di Mariana Belcolombe una amica di Isabella (ahi-ahi!).
Mariana Belcolombe: il grande amore di Anne. M, così Anne la chiama nei diari, spezzò il cuore ad Anne (chiamata da Mariana “Fred”) quando decise di sposarsi con Charles Lawton di 20 anni più vecchio della sua sposa. Inizialmente le due amanti progettavano una vita insieme dopo la morte di Charles, ma Charles visse ben 89 anni e il piano fallì, non solo per questo, ma per l’evidente assenza di intenzione di M. di mantenere la promessa.
Maria Brown: Kallista, così nominata dal greco Kállistos: bellissimo. Kallisto era anche una ninfa famosa per la sua bellezza. Una donna giovane conosciuta da Anne ad Halifax durante un circolo di letture scientifiche. Povera Miss Brown! Le è capitato il compito di essere lo “scacciapensieri” di Anne, combattuta ormai tra i sentimenti per “Tib” e “M.”
Ann Walker: Vero e ultimo amore di Anne. L’intento romantico di Anne era quello di trovare “una compagna con la quale terminare la vita”, come finì la storia?
30/03/1934 – Pasqua – “Miss W [Walker] io e Thomas siamo rimasti per la comunione […] Per la prima volta mi sono unita a Miss W [Walker]nella mia preghiera, ed ho chiesto che la nostra possa essere un’unione felice” (30 marzo 1834).
Anne e Ann vissero insieme fino alla morte di Anne avvenuta nel 1940 durante un viaggio in Russia: Anne contrasse una febbre molto forte che non le diede scampo. Ann fece riportare in patria il suo corpo e tornò a Shibden Hall, Anne infatti aveva disposto nel suo testamento una rendita vitalizia per Ann e la totale disponibilità di Shibden Hall (sebbene la proprietà la lasciò agli eredi di famigia, i cugini paterni).
Cosa mi ha impressionato di più di Anne? Che era una donna del 1800 intelligente e capace di rammendare, di essere imprenditrice e aprire una miniera di carbone.