In libreria per “RESTO QUI”
“I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere.”
(Ernest Hemingway)
Siamo a ridosso del Natale e come sempre il primo negozio in cui entro per il mio shopping è la libreria.
Mi piacerebbe poter stare ore a girovagare tra gli scaffali per poter scegliere il libro giusto per la persona giusta o un libro anche solo per me.
Ogni tipo di narrazione corrisponde a periodi diversi della mia vita, alcune volte i libri sono ricordi, emozioni, fugaci momenti. Nella memoria so qual è primo libro che mi hanno regalato, il primo libro che ho acquistato, il primo libro prestato che non mi hanno restituito 🙂 Potrei andare avanti così per molto, ma non voglio dilungarmi.
Vi consiglio un libro che ho letto di recente che mi ha appassionato per la sua storia e per la scrittura semplice e senza fronzoli: “Resto qui” di Marco Balzano che ha vinto molti premi letterari ed è stato finalista al Premio Strega.
Sono subito stata attirata dalla copertina. Il campanile che esce fiero dalle acque del Lago Resia è molto conosciuto a livello turistico e, qui, è stata ambientata anche un serie televisiva. Posso testimoniare che il luogo è molto affascinante: ci sono stata molti anni fa d’inverno e con il silenzio e la neve questo luogo sembra magico, una vera e propria cartolina, ma immagino che ogni stagione possa regalare stati d’animo diversi.
Questo romanzo pur non raccontando una storia vera, quantomeno non documentata, si adatta pienamente al contesto storico dell’epoca e la lettura scorre come un fiume in piena e ti accorgi di averlo terminato solo quando arrivi all’ultima pagina, sono stata completamente immersa nella storia!
Trina, la protagonista, è una donna forte ma sensibile che vive a Curon con la sua famiglia e, inevitabilmente, la sua storia di vita si interseca alle vicende storiche dell’epoca e alla costruzione della diga che unirà i tre laghi: lago di Resia, il lago di Curon e il lago di San Valentino alla Muta.
La costruzione di questa diga è durata molti anni e ne racconto qui un piccolo riassunto. Nel 1939 lo Stato concede la costruzione di una diga ma il progetto viene bloccato a causa dell’inizio della seconda guerra mondiale, gli abitanti pensano che il progetto è definitivamente abbandonato, ma non è così: nel 1947 i lavori per la costruzione di questo lago artificiale continuano. Nell’estate del 1950 i paesi circostanti vengono evacuati e sommersi dalle acque, a discapito degli abitanti, e l’unica testimonianza rimane il campanile solitario della chiesa, che emerge dal lago.
Un romanzo che lascia fino alla fine con il fiato sospeso, ma non solo: mi ha regalato emozioni e come ogni grande libro anche degli insegnamenti. Alcune volte anche un paesaggio mozzafiato, da cartolina, può portare con sé una storia di rinuncia e sofferenza.
E ora… vado in libreria e vediamo dove mi porta l’intuito! Ma se avete suggerimenti per una nuova lettura, scrivetemi nei commenti 😉