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Con la scusa di festeggiare un’occasione speciale, il mese scorso ci siamo regalati una nuova esperienza. Si, sto parlando di cibo 😎

Siamo stati da Ichikawa, il ristorante giapponese dell’omonimo chef Haruo Ichikawa che ha partecipato attivamente al successo della cucina giapponese nel nostro territorio; contribuendo nel 2014 a far guadagnare a Iyo la prima stella Michelin di un ristorante giapponese in Italia. Ma visto che l’abbiamo “invocata”, facciamo un passo indietro.

Le stelle di cui sentiamo spesso parlare nel settore della ristorazione, derivano da un’idea dei fratelli André ed Édouard Michelin che negli anni ’90 dell’Ottocento crearono la famosa guida rossa con l’obiettivo di essere un volume di supporto ai viaggiatori. Questa consisteva in mappe con stazioni di servizio, suggerimenti su come cambiare una ruota, indirizzi in cui mangiare e/o passare la notte. Ecco che da questo primo libricino ad uso gratuito, nasce nel 1920 la prima Guida Michelin, inizialmente circoscritta al territorio francese e successivamente, dal 1956, prende piede anche sul territorio italiano. Vi è mai capitato di sfogliarne una?

La guida è una garanzia per chi ha l’interesse per la buona tavola, oggi comprende e recensisce una serie di ristoranti con determinati standard su tutto il territorio; soprattutto quando viaggio, mi ci affido spesso. Ma non solo, già dal 1926, con il contributo dei temuti ispettori, inizia ad assegnare delle stelle – da una a tre per la qualità del cibo – agli indirizzi di alta cucina con i seguenti significati:

  • 1 Stella, una cucina di grande qualità, merita la tappa;
  • 2 Stelle, una cucina eccellente, merita la deviazione;
  • 3 Stelle, una cucina unica, merita il viaggio.

Ora capite bene perché il maestro Ichikawa, soprattutto per una cucina non tradizionale, è stato di grande importanza su Milano e perché, essendo già stati da Iyo diversi anni fa, abbiamo deciso di tornare a trovarlo nella sua nuova casa, che non vanta ancora di una stella, ma anche per questo 2022 è in guida.

Il ristorante Ichikawa offre sia un menù alla carta, che può essere consultato qui, sia il tanto ricercato menù omakase. Noi abbiamo optato per quest’ultimo, un percorso di degustazione servito al banco in cui lo chef ha carta bianca sulle pietanze da proporre, basandosi anche sulla stagionalità degli ingredienti.

In questo caso la degustazione si compone di sei piatti e a chiudere un dolce o della frutta: ogni piatto si presenta ricco di colori e sapori, dai più morbidi e già conosciuti, ai più tenaci e mai provati prima. Sicuramente l’elemento che ha reso questa esperienza indimenticabile è stato quello di osservare direttamente dal banco la preparazione di ogni piatto; la manualità del maestro è chiaramente eccezionale, così come la cura dei dettagli.

 

© Angela L

 

Il menù inizia con un mix di antipasti di cui ricordo soprattutto l’esplosione di sapori del calamaro ripieno e del gambero, oltre alla perfetta croccantezza della tempura di verdure.

 

© Angela L

 

A seguire un piatto di sashimi eccezionale: ventresca di tonno con caviale, salmone marinato con uova di pesce, sgombro, riccio al naturale, involtino di tonno con germogli, millefoglie di capesante, e al centro una tartare di ventresca, salmone, ricciola con uovo di quaglia e tartufo nero.

 

© Angela L

 

Anche i piatti caldi hanno lasciato la loro impronta, tra questi i goma man, ovvero degli spaghetti giapponesi con farina di semi di sesamo e gambero in tempura:

 

© Angela L

 

© Angela L

 

Alla fine di tutto il cavallo di battaglia del maestro è il sushi, così terminiamo il nostro percorso con una degustazione di nigiri, composti e serviti uno ad uno, pazzeschi! Tra questi: salmone, gambero crudo e caviale, ricciola, anguilla grigliata, capasanta, tonno scottato, gambero cotto e uova di pesce.

 

© Angela L

 

Un consiglio: lasciatevi suggerire un buon sakè da abbinare al vostro menù, ne vale la pena!

Credetemi, da qui non si esce delusi anzi, a fine percorso ci si sente piuttosto sazi (non abbiate pregiudizi 😉).

Terminato il servizio il maestro si è aperto verso gli 8 commensali di questa esperienza e ci ha gentilmente offerto altro sakè; abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere e di farci raccontare il suo percorso qui in Italia, è stato molto piacevole.

Un’esperienza fuori dall’ordinario che personalmente promuovo a pieni voti! Chiaramente bisogna mettere in conto una spesa fuori dagli standard, ma del resto un viaggio in Giappone costa molto di più 😜 e tornassi indietro mi regalerei questa cena molto prima.

 

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