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Non plus ultra, non più oltre, questo era scritto sulla tavola tenuta in mano dalla statua che Ercole fece erigere a guardia delle sue Colonne a Gibilterra al termine della sua decima fatica; un monito ai naviganti di non spingersi oltre perché qui finiva il mondo civilizzato. Ora che tutto il mondo è “civilizzato” prendo in prestito il monito e lo trasformo in consiglio: non è necessario spingersi oltre.

Terra magica, dove passato e presente convivono, si tengono per mano e raccontano la Storia ai loro visitatori. Basta l’etimologia del suo nome per dare un’idea di quanti tesori custodisca questa terra: Andalucía è la forma castigliana del termine arabo Al-Andalus, nome dato dai Musulmani ai territori della penisola Iberica sotto il governo islamico, e a sua volta sarebbe la degenerazione linguistica di Landahlauts nome germanico del sud della Spagna dato dai Visigoti durante la loro invasione, nome composto che significa “terra della sorte” (“landa” = “terra” + “hlauts = “della sorte”)

 

IL QUADRILATERO ANDALUSO

Il viaggio che vi sto per raccontare spero possa essere una saggia guida per consentirvi di visitare questa meravigliosa regione delle Spagna meridionale.

Le principali città dell’Andalucìa sono Malaga, Cordova, Granada e Siviglia; io le ho immaginate come vertici di un rombo:

 

Il quadrilatero andaluso, mappa di VDG

 

I punti più strategici per toccare mano a mano ogni vertice percorrendo pressoché la stessa distanza sono i due estremi della direttrice più corta, in questo caso Cordova e Malaga, essendo quest’ultima sul mare è diventata il mio Head Quarter. La mia vacanza è stata di due settimane con un andirivieni tra una città e l’altra, ma qui vi propongo un tour meno dispersivo e ottimo anche per meno giorni, sebbene anche più dinamico. Imprescindibile noleggio auto, vi consiglio Goldcar, compagnia spagnola con ottimi prezzi.

Cosa accomuna le città dell’Andalucìa?

  • Un film già visto nel racconto di Toledo: “c’ero prima io, no io, no io… IO“, Ebrei, Musulmani, Cattolici in più o meno pacifica convivenza; in questa regione pare che il filo conduttore non si sia ancora spezzato.
  • Tre tipi di monumenti essenziali: Alcázar, Cattedrale, Moschea.

 

MALAGA – LA CITTÀ PIÙ INTELLIGENTE DOVE VIVERE

Non mentirò, mi piace girare e scoprire ma anche la classica, diremmo noi, “vita di riviera” per questo la vera base Malagueña è stata Torremolinos: giovani astenersi 😉

Tra i luoghi di interesse troviamo l’Alcázar: la fortezza-palazzo musulmana dove si riconoscono due cinte murarie. Si trova alle falde del monte Gibralfaro, sulla cima del quale si trova il castello dello stesso nome. Alcazaba e il castello sono collegati da un passaggio del monte protetto da una doppia muraglia a zigzag chiamato La Coracha. Collegato alla cittadella è Castello di Gibralfaro: collocato sull’omonima collina, il nome significa montagna del faro. La fortezza domina la città e il porto di Malaga, ed è collegata all’Alcazaba mediante la già nominata Coracha.

 

Passeggiata sulla Coracha, tra Castello e Alcazaba. © Valeria DG

 

La Cattedrale di Malaga: il principale edificio religioso della città. Fu edificata dove un tempo sorgeva la più importante Moschea di Malaga. I lavori di costruzione iniziarono nel 1528 e si protrassero, tra alterne vicende, per circa tre secoli che comunque non furono sufficienti a terminare l’opera, complice anche il forte terremoto del 1680; la torre Meridionale resta dunque incompiuta e per questo motivo la Cattedrale è soprannominata La Manquita cioè la Monchetta.

 

Facciata della Manquita, la Cattedrale di Malaga. © Valeria DG

 

Intenrno Cattedrale di Malaga. © Valeria DG

 

Sebbene non consideri Malaga la città più bella dell’Andalucia e della Spagna in generale, la considerò tuttavia il posto più intelligente dove vivere per motivi molto concreti:

  • Clima mediterraneo subtropicale: temperatura media di 18°, minima 10° massima 25°: è affacciata sul mare quindi il clima non è secco come Madrid, ma è abbastanza ventilata; quando però soffia il Terral (vento secco da nord, dall’entroterra) le temperature salgono vertiginosamente fino a toccare e superare facilmente i 42°! É secco, quindi non temete! Non vi squaglierete, semplicemente cuocerete come un pollo sulla griglia 😄
  • Buoni collegamenti con l’Italia: l’aereoporto di Malaga è ben collegato con l’Italia e i prezzi dei voli low cost sono molto ragionevoli.
  • Buoni collegamenti con altre città: c’è l’Alta Velocità quindi è possibile viaggiare in tutto il Paese in tempi ragionevoli; per una vacanza è consigliabile l’auto perché vi consente maggior flessibilità di orari.

 

CORDOVA – LA PERLA

La definisco la Perla dell’Andalucìa; visitarla è stato come aprire una Matrioska: arrivando da sud e passando il Guadalquivir si vedono per prima cosa le cinta murarie della città, e la mente vola a immagini cavalleresche tipiche del Medioevo.

 

Ponte Romano, Cordova. © Valeria DG

 

All’interno della città tutto è “andalusiasticamente” normale: Alcázar, Moschea, Cattedrale. Qui però è accaduto qualcosa di eccezionale: la Moschea è la Cattedrale! Ma andiamo con ordine.

Dove ora sorge la Moschea-Cattedrale era situata inizialmente la Chiesa visigota dedicata a San Vincenzo, a seguito della conquista musulmana dell’VIII secolo la chiesa fu utilizzata come luogo di culto tanto da Musulmani quanto da Cristiani, poi però l’emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della Grande Moschea. A seguito della riconquista dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella, la Moschea non fu distrutta ma convertita in Cattedrale e dedicata a Santa Maria Assunta. Le motivazioni di questa “grazia architettonica” mi sono oscure, forse non era conveniente? Forse non era possibile? La mia idea personalissima, il che significa senza alcuna base storica, è che l’edificio fosse troppo bello per essere demolito; la Regina Isabella era infatti amante dello stile Mudejar e lo stile che prende il suo nome (isabellino): rappresenta il punto di transizione tra il gotico tardo e l’architettura del primo Rinascimento, ed è molto influenzato e ricco di decorazioni tipiche dell’architettura musulmana.

Devo dire che tra Cattedrale e Moschea il luogo di culto che più mi ha colpito è la Moschea; nessuna statua, nessun oro, si è in un luogo di culto, di preghiera o anche solo di riflessione, dove, in pratica, si potrebbe professare qualsiasi credo e filosofia.

 

Mezquita, la Grande Moschea di Cordova. © Valeria DG

 

Cenni di Cattedrale all’interno della Moschea. © Valeria DG

 

Fusione: a Cordova la Moschea è la Cattedrale. © Valeria DG

 

Confesso che entrare in una Moschea e all’improvviso veder comparire una Cattedrale è stato uno shock storico, mi sono piantata in mezzo alla sala pensando “Aspetta, dove sono? No ma… non era il contrario? Cristiani > Musulmani > Cristiani > fine? Dov’è quindi la fine?” > non c’è; siamo in Andalucía e se vi guardate intorno si vede nei volti delle persone e sulle facciate degli edifici tutti lo scorrere del film.

Vi consiglio anche la visita all’Alcàzar, dove ho trovato una statua molto semplice ma “parlante”: Colombo che sembra descrivere il suo progetto ai Re Cattolici; infatti li incontrò qui per la prima volta nel 1486.

 

Statua di Colombo e i Re Cattolici. Sembra ne stiano ancora discutendo ma a quanto pare li ha convinti a finanziarlo. © Valeria DG

 

la tranquillità dell’Alcàzar de los Reyes Cristianos a Cordova. © Valeria DG

 

GRANADA – IL SIMBOLO

Granada è “un punto e a capo”, rappresenta la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Qui è terminata la Riconquista Cristiana (simbolicamente nel 1492) e ora la Spagna è di nuovo tutta Cristiana. Qui i Re Cattolici hanno deciso di riposare per sempre, sottraendo il privilegio al Monasterio de San Juan de Los Reyes). Dal Sacromonte è stato esposto il primo simbolo Cristiano che suggellava la fine della Riconquista, l’asta croce del Vescovo di Toledo, consigliere di Isabella, Pedro González de Mendoza.

Il monumento più importante da visitare è certamente l’Alhambra, la cittadella fortificata araba, residenza di Boabdil l’ultimo suo Califfo. Il suo nome significa “città rossa” e deriva dal colore rosato delle sue mura che vi consiglio di ammirare al tramonto dal Mirador de San Nicolás.

 

Mura esterne dell’Alhambra. © Valeria DG

 

Intarsi all’interno dell’Alhambra. © Valeria DG

 

Uno dei cortili interni dell’Alhambra. © Valeria DG

 

Foto dell’Alhambra dal Mirador di San Nicolas. © Valeria DG

 

Vi consiglio caldamente di programmare in anticipo la visita all’Alhambra e prenotare i biglietti, è una meta molto gettonata e data l’importanza storica del monumento non ha davvero senso visitarlo senza una guida. Il tour è piuttosto lungo, se non erro circa 4 ore, ma ne vale la pena. Altro suggerimento, approfittate del trenino turistico con la classica formula hop on – hop off, raggiungere l’Alhambra è impegnativo perché è un lungo percorso in salita e la distanza tra la Cittadella e il Mirador è considerevole, ma il trenino effettua entrambe le fermate 😊.

Ciò che mi a colpito della visita è stato il racconto umano da cui si evinceva un fatto curioso: le due popolazioni antagoniste, cristiana e musulmana, erano in guerra tra di loro, ma i rispettivi sovrani erano soliti avere relazioni diplomatiche piuttosto amichevoli. Il Sultano di Granada Muhammad II, colui che fece fortificare l’Alhambra, fu amico del Re Cristiano Alfonso X, e Ferdinando e Isabella pare non disprezzassero prendere il tè con Boabdil passando per corridoi poco illuminati dell’Alhmbra. Forse proprio durante questi tè Isabella si innamorò dello stile architettonico musulmano. Certo, questi incontri erano tenuti segreti perché, d’altronde, non potevano chiedere ai loro popoli di fare la guerra mentre loro prendevano amenamente il tè.

 

SIVIGLIA – LA MERAVIGLIOSA

Siviglia per me è la più bella città della Spagna. Ha due difetti: non ha il mare e solo i Sivigliani riescono a sopportarne il caldo d’estate. Sede della magnifica Cattedrale di Santa Maria, una delle più grandi cattedrali gotiche e la più grande Cattedrale della Spagna.

La parte più caratteristica della Cattedrale è la torre Campanaria, detta Giralda, la quale altro non è che l’antica torre presente in ogni Moschea dalla quale i Muezzin richiamano alla preghiera i fedeli cinque volte al giorno e cioè il Minareto della Moschea sulla quale la Cattedrale è costruita, strano vero 😉?

Un’altra curiosità che riguarda questa torre è che pur essendo alta circa 100 metri non ha scale ma solo 34 rampe che consentivano ai Muezzin di salire in cima alla torre in sella al loro cavallo. Nel 1987 l’UNESCO ha dichiarato la Torre Patrimonio dell’Umanità.

La Giralda poi in realtà è il nome della statua posta in cima alla torre nel 1528, ma col tempo rappresentò tutta la torre mentre la statua prese il nome di Giraldillo. La particolarità della statua è che gira con il vento, da qui il nome, e che rappresenta la Fede. Dunque, riassumendo: la torre campanaria della Cattedrale è in realtà un Minareto sulla cui sommità hanno posto una statua-banderuola che rappresenta la Fede, voto “sintesi e concetto”: 10 e lode!

 

Facciata della Cattedrale di Siviglia. © Valeria DG

 

La Giralda e il Girardillo. © Valeria DG

 

Altare della Cattedrale di Siviglia. © Valeria DG

 

Poteva mancare l’Alcàzar? Ovviamente no, quello di Siviglia è particolarmente bello:

 

Alcazar di Siviglia. © Valeria DG

 

Alcàzar di Siviglia. © Valeria DG

 

Bagni all’interno dell’Alcàzar di Siviglia. © Valeria DG

 

Altro punto d’interesse è senza dubbio Plaza de España, mai vista piazza più bella. La costruzione dell’opera iniziò nel 1914 e fu terminata nel 1928 sotto la direzione dell’architetto Vicente Traver che subentrò nel 1926 ad Annibale Gonzalez.

Di forma semicircolare, 170 m di diametro, è percorsa da un canale artificiale (navigabile con delle graziose barchette) e scavalcato da 4 ponti che simboleggiano gli antichi Regni di Spagna (Castiglia, Aragona, Navarra, Leon). I materiali usati per la costruzione degli edifici intorno alla piazza sono principalmente marmo, mattoni a vista e ceramiche con i colori tipici degli azulejos, le famose piastrelle in ceramica smaltata. Lo stile art decò si fonde al neo-mudéjar, con elementi rinascimentali e barocchi a impreziosire gli edifici. È proprio la fusione di questi stili che rende la piazza unica nel suo splendore.

Rappresenta l’abbraccio della Spagna alle sue antiche colonie, guarda infatti ad ovest e indica la direzione da seguire per l’America; non può che venirmi in mente un passo dell’Inno spagnolo: “Gloria alla Patria che seppe seguire sopra l’azzurro del mare il cammino del Sole”.

 

Plaza de España di Siviglia. © Valeria DG

 

Fiume artificiale che accompagna la curva della piazza. © Valeria DG

 

Azulejos, Plaza de España, Siviglia. © Valeria DG

 

Se siete interessati a portavi a casa una piastrellina allora il quartiere di Triana, ovvero il quartiere gitano, fa al caso vostro; numerose sono infatti le botteghe dove si producono questi gioielli. Per raggiungere il quartiere dovrete attraversare il Guadalquivir attraverso il Puente Isabel II (detto anche Puente de Triana), tempo fa infatti non era consentito agli zingari (gitani) di vivere all’interno del perimetro della città. Sul vostro cammino potrete anche ammirare e visitare la Torre del Oro (XII secolo) punto di osservazione e difesa dagli attacchi nemici provenienti dal Guadalquivir e sede del Museo Navale di Siviglia

Passeggiando per Siviglia noterete uno strano simbolo: la parola NODO e il disegno di una matassa (che in spagnolo si dice madeja) tra le due sillabe, sarebbe quindi “NO8DO” e significa NO MA DEJA DO = non me ha dejado = non mi ha lasciato.

É un rebus che risale a un avvenimento storico e cioè la guerra tra Alfonso X e suo figlio secondogenito Sancho escluso dalla linea di successione a causa delle nuove leggi promulgate da Alfonso stesso: in caso di morte del primogenito la corona spetta ai figli del primogenito non al secondogenito. Sancho nella sua ribellione contro il padre era appoggiato da gran parte della nobiltà e dei Regni di Spagna, solo la città di Siviglia rimase fedele al Re che per questo diede alla città il Motto del NO8DO, troverete questo simbolo ovunque.

 

Foto tombino con il simbolo della città, il NO8DO. © Valeria DG

 

Mi sarebbe piaciuto davvero ci fossero le imponenti Colonne d’Ercole, al termine del mio viaggio avrei volto loro lo sguardo e pensato, rivolgendomi all’Eroe loro costruttore “hai ragione, è il non plus ultra”.

 

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