IN LIBRERIA PER “MADEMOISELLE COCO E IL PROFUMO DELL’AMORE”
“Una donna senza profumo è una donna senza avvenire”
Coco Chanel
Chi di voi non ha pensato che il riassunto dell’eleganza è un tubino nero con un filo di perle?
Il merito è suo… Mademoiselle Coco Chanel che nel ‘900 rappresenta un’icona della moda che resiste fino ai giorni nostri.
Devo essere sincera è una delle stiliste che amo di più, mi sono imbattuta nella sua storia diversi anni fa ai tempi dell’università e da quel momento la conoscenza di questo brand e di quello che rappresenta e ha rappresentato non mi ha mai abbandonato.
Il brand Chanel è sempre rimasto nella mia testa come un simbolo di eleganza e femminilità comoda e senza fronzoli, sofisticata e mai banale.
Per chi, come me, ha avuto una formazione legata alla comunicazione, le 2 “C” intrecciate del logo, l’uso del colore bianco e nero del marchio e la capacità di avere una strategia di comunicazione che non è mai passata di moda, è uno stupendo caso di studio e ammirazione.
Questa casa di moda è riuscita per più di un secolo a comunicare al proprio cliente senza perdere una virgola del proprio valore comunicativo, della propria identità e riuscendo ad adattarsi ad un’evoluzione veloce dei media.
Tra i volti che si sono susseguiti: Audrey Hepburn con il suo tubino nero; Marilyn Monroe che andava a dormire con solo una goccia di Chanel n.5; Jackie Kennedy con i vestiti della casa; fino ad arrivare ai giorni nostri con Nicole Kidman e Keira Keightly, tutte icone di eleganza e di fascino con un femminilità forte che rappresentano il marchio negli spot tv.
Mi sono un pochino dilungata, anche se il vero tema di questo racconto è il libro Mademoiselle Coco e il profumo dell’amore.
Un romanzo di Michelle Marly, diventato un best seller, che racconta la vita di Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel, dal 1919 al 1922.
La storia di Coco in questo romanzo non racconta del suo passato di povertà in cui Gabrielle è costretta a vivere in un orfanotrofio dove impara a creare abiti per le sue bambole. In questo libro la storia di Mademoiselle è già a Parigi, nella Ville Lumiere degli anni ‘20. In una città in cui Coco ha già fatto furore con le bluse alla marinara disegnate a Deauville, messo al bando il busto, confezionato pantaloni per signore e con la grande Guerra disegnato abiti semplici in jersey di seta, pigiami con cui le donne potessero sentirsi più comode ma senza perdere l’eleganza. Insomma, tutti modelli che le dame dell’alta società francese volevano e per cui sceglievano Mademoiselle Coco.
Il romanzo inizia con la tragica scomparsa del grande amore della stilista, Boy Capel, un aristocratico inglese che non rinuncia al suo matrimonio di interesse con un’altra donna per restare accanto a lei, ma che rimane nella sua mente per tutta la vita e solo con lui. Solo con lui aveva parlato della sua idea di creare una fragranza per le sue migliori clienti da regalare come strenna di Natale.
Coco, dopo la morte di Boy, è disperata e si chiude in un silenzio assordante. L’amica Misia cerca di aiutarla per destarla da questo momento poco felice e di depressione, la invita a Venezia pensando che un cambio d’aria potesse solo che farle bene.
Qui incontra un impresario russo che le offre un fazzoletto con un profumo che la inebria e la lascia senza fiato, da questo momento inizia la sua ricerca di questa fragranza: un’essenza creata per la famiglia degli zar, diventata introvabile dopo la rivoluzione.
La sua ricerca per la fragranza perfetta si intreccia con grandi storie d’amore. Tra questi il grande musicista Igor Stravinskij e Dmitrij Romanov, granduca russo in esilio, che la mette in contatto con un profumiere che la aiuterà a creare l’eau de Chanel, il grande profumo esclusivo e desiderato da tutte le dame della società: CHANEL N° 5.
Il grande profumo, che venne realizzato artificialmente, è solo un regalo natalizio per le migliori clienti ma, con un po’ di “guerrilla marketing” fatta direttamente dalla stilista e il grande passa parola delle clienti, diventa il desiderio delle donne parigine, così Coco decide di commercializzarlo.
Purtroppo la sua storia con Dmitrij finisce e si narra che successivamente avesse intrattenuto un’amicizia con Picasso. Di una cosa abbiamo sicurezza: era una donna determinata che, nonostante una storia di umili origini, diventa il simbolo di modernità, eleganza e comodità.
Non vi resta che leggere il libro e capire perché questa essenza della femminilità – che io adoroooo! – si chiama così e perché ha scelto proprio il numero 5.