Il dio verde – Ecolatria e ossessioni apocalittiche
In questi ultimi giorni ho divorato questo libricino di nemmeno 100 pagine; sono poche ma molto dipende da come sono scritte e dai contenuti. Da lettrice posso dirvi che ho trovato molto più macchinoso questo libro rispetto a “La Cappa” (commentato nel mio articolo precedente), perchè qui ho trovato molti riferimenti a articoli di giornali, dichiarazioni di politici e avvenimenti di cui non ero a conoscenza, quindi ho dovuto spesso chiedere l’aiuto di internet per capire alcuni passaggi e fare i miei collegamenti.
Tutti noi siamo molto attenti alla raccolta differenziata, allo spreco di acqua e cibo, a non maltrattare le aree verdi, quasi per compensare la spasmodico bisogno di energia elettrica e la necessità di utilizzare le nostre auto. Abbiamo ormai l’atteggiamento del “si, ma“: “si vado al lavoro in auto, ma quando mi insapono sotto la doccia chiudo l’acqua”. Sono quei piccoli gesti che da soli servono a poco, per questo ci auspichiamo che tutti li compiano e cerchiamo anche di “passare parola” per convincere quante più persone possibili ad appropriarsi di queste buone abitudini sperando che più gocce salvino gli oceani. Io stessa faccio così.
Questo “bipolare” atteggiamento verso l’ecologia (guido l’auto contenta di aver appena risparmiato 2 l di acqua sotto la doccia) ci porta a una strana idiosincrasia verso l’Uomo: si pensa spesso che “siamo troppi su questo pianeta” e che “dovremmo sparire dalla faccia della Terra per lasciarla agli animali”; sono pensieri che, ammetto, spesso mi appartengono, ma perchè?
Mi è piaciuto molto l’utilizzo da parte dell’autore di Nietzsche (Dio è morto) per sintetizzare il processo. Cerco di riassumere il tutto, direi tutto il libro, in un’unica frase:
Dio è morto ma è risorto ed è diventato verde, ha creato nuovi uomini a sua immagine e somiglianza simili ad un’anguria: verdi fuori e rossi dentro. Il loro scopo è quello di professare questa nuova religione, l’ecologismo, additando come ottuso e pericoloso per la Natura che non si converte o dissente.
Il Dio cristiano è morto nel senso che non è più fonte di alcun codice morale ed etico, il nuovo Dio è ora l’ecologismo che cerca di preservare l’Umanità condannando l’Uomo colpevole di consumare e inquinare, in particolare l’Uomo occidentale (europeo e americano) perchè maggiore responsabile di deturpare l’ambiente e di proliferare creando così sempre maggior domanda di beni e consumi. La cura sarebbe dunque ridurre e ridursi, abbracciare l’idea di una vita sempre più frugale e figliare meno, accogliere popolazioni migratorie per salvare l’Occidente da se stesso e abbracciare il loro modus vivendi più frugale (ecco il cuore rosso dell’anguria). Ammesso e non concesso che possa essere una soluzione, mi domando: ma queste popolazioni migrano verso l’Occidente industrializzato perchè mosse da spirito evangelico di questo nuovo ecologismo (lo conoscono?) o perchè attratte da una vita MENO frugale della loro attuale? Mi pare abbastanza ovvio che sia la seconda ipotesi, il nichilismo è una cosa da ricchi che disprezzano la loro ricchezza, chi è povero tende verso una migliore condizione di vita. Dunque, se l’Occidente è colpevole di consumare troppo per se stesso, come potrebbe accogliere e consumare meno? O anche: perchè dovrebbe figliare meno per poter accogliere e consumare (se va bene) uguale?
Con queste domande, e molte altre su diversi temi correlati che sarebbe troppo lungo qui elencare, come l’eco-femminismo e la “convergenza di lotte” che questa new religion accoglie sotto la sua ala protettrice, eccomi fuori da questo ecologismo e dentro l’idea che qualcosa bisogna certo fare, ma senza passare per l’autoflagellazione dell’Occidente e la sua storia; non credo ci sia bisogno di espiare, solo di migliorare. Ma guai a nominare l’energia nucleare o a miglior trattamento degli animali negli allevamenti perchè solo solare, eolico e veganesimo sono possibili. Sicuri? Io consiglio qualche documentario sull’energia nucleare e un film che ho trovato molto interessante: Temple Grandin – Una donna straordinaria, la biografia di Temple Grandin, una donna autistica, diventata uno dei migliori scienziati al mondo, specializzata nella gestione e nello sviluppo di attrezzature sperimentali per condurre il bestiame in allevamento al suo triste destino ma attraverso un flusso ordinato, senza stress e paura.
Un libro forse estremo e “arrabbiato” verso queste nuove tendenze ma lo consiglio, perchè spesso uno shock è utile per ridestarsi e ripensarsi.